13 novembre 2017, due anni fa l’apocalisse italiana. Cos’è cambiato?

Sono passati due anni da una delle pagine più umilianti della storia del calcio italiano. A San Siro la nazionale non riesce a ribaltare lo 0-1 dell’andata e viene eliminata ai playoff per l’accesso ai Mondiali di Russia. Per la seconda volta nella storia l’Italia non disputerà i mondiali di calcio, non accadeva dal 1958. Molto è cambiato da quella partita.

che fine hanno fatto i protagonisti?

Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva (dal 31’ s.t. Bernardeschi), Parolo, Jorginho, Florenzi, Darmian (dal 19’ s.t. El Shaarawy); Immobile, Gabbiadini (dal 19’ s.t. Belotti).
Questi i calciatori che scesero in campo quel 13 novembre. Degli 11 titolari solo 4 risultano tra i convocati per le prossime sfide azzurre e sono: capitan Bonucci, Jorginho (passato dal Napoli al Chelsea), Immobile (capocannoniere della Serie A) e Florenzi. Buffon si è ritirato dalla nazionale ma il suo posto è stato ben rimpiazzato da Donnarumma ma anche Sirigu e Meret. Barzagli si è ritirato dal calcio e attualmente ricopre il ruolo di collaboratore tecnico di Maurizio Sarri. Se Chiellini è fuori a casa della rottura del legamento crociato (rientro previsto per marzo 2020), gli altri sono ormai fuori dal progetto del CT Mancini.

che Cosa È CambiAto?

Tanto, quasi tutto; dal ct al presidente della FIGC e non solo. Al termine dell’incontro si scatenò un bufera, il primo e unico a dimettersi fu il pittoresco presidente della federazione, Carlo Tavecchio. L’allora allenatore, Giampiero Ventura decise di non dimettersi, scatenando non poche polemiche.

Il tecnico ligure è stato sostituito in un primo momento da Gigi Di Biagio, salvo poi scegliere Roberto Mancini. Il tecnico ex Inter e City non era la prima scelta all’inizio ma si sta rivelando come l’uomo giusto nel momento giusto. Il nativo di Jesi ha lanciato molti giovani (in un processo iniziato da Ventura) ed è stato capace di sciogliere le diffidenze e riportare l’entusiasmo verso la nazionale anche grazie al suo calcio propositivo. Dopo due anni ci ritroviamo una nazionale più giovane e con una qualificazione già in tasca per Euro 2020, il primo europeo a sedi miste.

siamo guariti del tutto?

Purtroppo ancora no. Parlando di calcio giocato bisognerà aspettare Euro 2020 per capire l’attuale condizione della nazionale di Mancini, che debutterà in casa allo stadio Olimpico di Roma. Durante l’europeo capiremo il nostro status che non può essere valutato dopo la qualificazione record in un girone molto alla portata. Le sfide contro le big d’Europa ci daranno il responso sulla condizione del nostro calcio.

Perché non siamo guariti allora? La questione non riguarda il calcio, quantomeno quello giocato ma altri fattori. Nei primi mesi di questo campionato (molto avvincente tra l’altro) sono stati numerosi gli avvenimenti davvero tristi e spregevoli. Tra i tifosi allo stadio ma non solo, si sta diffondendo sempre di più l’odio che sia razziale, territoriale o altro.
Per questo il nostro calcio non è guarito anzi è marcio. Sono tante, tantissime le squadre che falliscono ogni anno, i genitori che pagano pur di far giocare il proprio figlio, procuratori che rovinano giovani calciatori, i poveri arbitri che subiscono violenze gratuite ogni domenica o le risse tra genitori sugli spalti. Il nostro calcio è ancora molto, molto malato o forse è solo lo specchio della nostra società.

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